Buon Natale e Buon Anno a tutti, grazie per averci ascoltati ed aver condiviso con noi quanto ci siamo proposti di fare: proteggere l’Acquedotto Mediceo e tutta la piana a nord di Pisa fino ai Monti Pisani.
La strada è stata ed è più ripida del previsto. Dopo la prima assemblea pubblica del 9 giugno 2010 ben poco abbiamo ottenuto per la vera salvezza dell’Acquedotto. Al tavolo di lavoro erano stati previsti 5000,00 euro per i primi sopralluoghi nel tratto di massima inclinazione, be’ questi soldi sono stati destinati ad altro. Nonostante le nostre richieste, non è stato tagliato nemmeno un arbusto da via Puccini ad Asciano. Abbiamo chiesto di farlo noi a nostre spese e a nostro rischio, sapete un po’… non possiamo farlo! Se il cittadino volesse intervenire per collaborare, aiutare; sapete? non può farlo.
SIA CHIARO CHE:
Il nostro comitato fin dall’inizio ha chiesto come azione prioritaria la messa in sicurezza dei 10 archi inclinati di 13° nei pressi di via Sant’Elena. Perciò chiede al Comune di Pisa e a quello di San Giuliano Terme che tutte le risorse economiche già stanziate e future, anche se ottenute da sponsor, siano utilizzate in primo luogo per la messa in sicurezza, a salvaguardia sia dell’Acquedotto che dei Cittadini. Ogni spesa al di fuori di questa destinazione sarà considerata dal nostro comitato inopportuna, in ogni modo dovrà essere discussa pubblicamente sin dall’inizio e non a cose fatte.
E come se non bastasse è allo studio e quasi approvato un nuovo tracciato di una grossa arteria stradale che se attuata dividerebbe in due l’intera piana tra Pisa e San Giuliano Terme. Ci sono state le riunioni per la presentazione ai cittadini, fatte secondo legge. Secondo noi, sia per il periodo, che per la divulgazione dette riunioni sono passate praticamente inosservate, come dimostra lo scarso pubblico partecipante. Ci sarebbe da chiedersi se non sarebbe meglio una moratoria in modo che tutti i cittadini possano confrontarsi e valutare le proposte alternative che sono state presentate e che sono allo studio da parte di associazioni e cittadini aggregati. La posta in gioco è l’Ambiente, il suolo fertile e come tale è riconosciuto BENE COMUNE indipendentemente dalla proprietà. Ciò servirebbe a calmare gli animi e a gestire in modo più consono gli interessi vitali dei più, cioè: IL BENE PUBBLICO.
Una strada in più non ha mai risolto il problema del traffico, anzi tende a richiamarlo. Aumenteranno per i Comuni le spese di manutenzione. Una nuova strada, distrugge per sempre territorio agricolo. Favorisce nuove abitazioni, nuovi capannoni, nuove strade.
Nella fattispecie, se costruita, porterà degrado e declassamento dell’attuale ambiente “AGRICOLO PAESAGGISTICO” con il conseguente allontanamento del turismo, dell’agricoltura naturale a svantaggio di molti cittadini.
Abbiamo promosso la partecipazione di oltre 170 cittadini nella presentazione di circa 70 OSSERVAZIONI sia a Pisa che a San Giuliano Terme. Abbiamo elaborato e messo in evidenza che i soldi eventualmente spesi per questa arteria potrebbero essere spesi meglio utilizzandoli per il trasporto pubblico con percorsi a navetta rapidi tra tutti i centri abitativi. Servirebbero solo piccoli interventi per allontanare il traffico dalle strade con molti residenti quali via Puccini ecc.
Nonostante tutto, siatene certi, rimarremo sempre determinati a difendere l’Acquedotto ed il suo-nostro ambiente. Noi cittadini tutti vogliamo con determinazione continuare a fruire sempre dell’ambiente e del paesaggio che già conosciamo, dell’aria pulita, dell’acqua limpida, degli spazi aperti, del cibo fresco, per mantenere la salute, dei nostri figli, nipoti e nostra. E’ l’unico polmone verde che è rimasto nelle nostre zone, tutti insieme ed in tanti come siamo, non permetteremo che ci venga sottratto e degradato.
Le lotte per mantenere il minimo vitale: l’acqua, l’aria, il cibo sano, l’ambiente salubre, in pratica la qualità della vita, sono lotte di tutti i giorni. Che lo vogliamo o no, se non riprenderemo in mano il nostro destino, ci penseranno gli altri a prenderlo per noi. E saremo “fritti”. Gli aggressivi, gli speculatori, i cementificatori, i senza scrupoli, le “zecche” come diceva Danilo Dolci, saranno pronti ad approfittare del nostro disinteresse.Ecco una significativa poesia scritta da Simonetta Gabrielli inviataci dalla Dott.ssa Patrizia Gentilini oncologa, dell’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia)”.
Chi può dire “questa terra è mia”?
Chi può dire “possiedo l’aria”
o “il fiume mi appartiene”?
E chi può dire, ancora, “questo frutto è mio”?
A chi appartiene il seme che ha generato il frutto?
E poi, chi può dire “questo figlio mi appartiene”?
Ché forse quel figlio non è della terra su cui vive?
E cosa sarà di questa terra e di questi figli domani,
quando l’aria sarà avvelenata più di oggi,
quando il fiume sarà consumato dalla cupidigia,
quando la terra sarà satura di veleno e avara di vita?
Questo è il tempo del cambiamento,
fermiamo ora la cecità del potere che abusa.
Per amore della terra e dei figli che l’abiteranno:
ora, quando sennò?
Simonetta Gabrielli
Simonetta Gabrielli, ha iniziato un digiuno a oltranza il 5 dicembre contro il costruendo inceneritore di Trento.
Per capire chi c’è dietro l’inceneritore di Trento andate su http://www.ecceterra.org/images/articoli/nt/iniz.ve/ince.nudo.web_08dic10.pdf
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